"L'Erboristeria non è una moda, ma una cultura"

 

         Omeopatia – Fitoterapia:  niente in comune. 

 Questo breve articolo nasce dall’esigenza di fare un po’ di chiarezza: molto spesso i clienti che si avvicinano all’erboristeria mostrano una grande confusione per quanto riguarda le differenze basilari tra omeopatia  e fitoterapia, facendo di tutta l’erba un fascio. Cerchiamo allora di capire quali sono le caratteristiche di questi due metodi.

La fitoterapia  utilizza piante o estratti di esse per riequilibrare processi fisiologici. Essa sfrutta dunque delle sostanze (molecole)che hanno un’attività biologica, cioè vanno a modificare dei parametri nell’organismo umano. Questo fatto è scientificamente riconosciuto tanto è vero che  la maggior parte dei farmaci deriva dall’isolamento di principi attivi di origine vegetale  che vanno   dalla “semplice”  Aspirina ( acido acetil salicilico) ad  alcune molecole  impiegate in ambito  oncologico come chemioterapici (vinblastina). Infatti la peculiarità dell’allopatia è quella di utilizzare una o pochissime molecole (principi attivi)  agendo così in modo mirato e riportando i valori fisiologici nella norma o bloccandoli del tutto.

Sostanzialmente  nella  fitoterapia troviamo un metodo sicuro ed efficace  (a condizione di sapere cosa si sta utilizzando e facendo)  grazie all’azione cosiddetta polivalente del fitocomplesso (quindi di sostanze “tangibili”- esistenti e rilevabili)  contenute all’interno della pianta.  Si riesce così a dare a dare un valido supporto alla maggior parte delle patologie, soprattutto quelle cronico degenerative,  nelle quali  la fitoterapia da sola è spesso risolutiva.

Il caposaldo della medicina omeopatica invece è la cosiddetta “legge della similitudine” (similia similibus curentur) enunciata da; Hahnemann, concetto peraltro ancora  privo di fondamento scientifico,  secondo cui  il rimedio appropriato per una determinata malattia sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. Tale sostanza, detta anche "principio omeopatico", una volta individuata viene somministrata al malato in una quantità fortemente diluita; la misura della diluizione è definita dagli omeopati potenza.

In pratica questa forte diluizione fa si che nel prodotto finito (granuli ,gocce)  non si trovi più alcun principio attivo (a partire da certe diluizioni omeopatiche neanche una molecola)  ma  solo l’informazione dello stesso, pertanto risulta difficile comprendere  come  quest’informazione  non ben definita dagli omeopati riesca a riequilibrare processi fisiologici.

Quindi i rimedi omeopatici che alcuni assumono per prevenire o eliminare  i pidocchi  in un soggetto sano dovrebbero farli venire ….

Un giorno mi è capitato di chiedere ad una cliente, medico omeopata , perché in chirurgia generale o anche di emergenza non si utilizzassero antidolorifici omeopatici per alleviare il dolore ad esempio  di un soggetto con il femore rotto oppure di praticare una anestesia con rimedi omeopatici appropriati.. non ho ottenuto nessuna risposta ….

Esaltare l’omeopatia in quanto  priva di effetti collaterali è alquanto assurdo , perché se una terapia ha un effetto allora  almeno potenzialmente è dotata anche di  effetti  collaterali.

Ciò nonostante l’idea che le molecole passino l’informazione della loro struttura ad un substrato come  l’acqua  o lattulosio  è affascinante ma ciò non ne giustifica comunque il costo eccessivo, sproporzionato rispetto a  pochi grammi di lattulosio (granuli omeopatici) o acqua e alcol buongusto (gocce omeopatiche)!


Alfonso Salvati