GLI OLI ESSENZIALI
Gli oli essenziali sono sostanze volatili a basso peso molecolare prodotte dal metabolismo secondario delle piante.
Sono generalmente composti da una mistura complessa di idrocarburi mono e sequiterpenici e materiali ossigenati derivati da essi, oltre ai fenil proponoidi ed altri composti.
Essi vengono generati ed immagazzinati in particolari cellule in varie parti delle piante. Ad esempio fiori (rosa), epicarpo (limone,arancio ecc.), semi (finocchio), radici (zenzero), legno (cedro), corteccia (cannella), bulbi (aglio).
Gli oli essenziali di solito sono estratti tramite il processo di distillazione in corrente di vapore, ad eccezione degli oli essenziali del genere citrus dove viene spremuta la buccia.
Schema semplificato della distillazione in corrente di vapore
Gli O.E. sono sostanze volatili non solubili in acqua ma molto solubili in alcol, etere, cloroformio e grassi. Sono dunque sostanze idrofobe e lipofile, forse da ciò la denominazione di oli sebbene da un punto di vista chimico non lo siano.
Molto importante è sottolineare che esistono in commercio vari tipologie di oli essenziali o essenze i quali vengono impiegati come ingredienti di profumi, repellenti, detersivi ecc. o vengono venduti per puri al 100% ma in realtà non lo sono, anche la maggior parte dei prodotti cosmetici contiene oli essenziali non naturali (ottenuti quindi con solventi o distillazione molecolare o tramite sintesi in laboratorio).
In breve un OE (assoluta) di rosa è diverso nella costituzione chimica da un profumo o essenza di rosa sintetico, anche se l’odore percepito può risultare simile. Per ottenere ad esempio 1kg di olio essenziale di rosa damascena vanno distillati 4000 kg di solo petali (1ettaro di roseti)… Il che giustifica il prezzo di ca. 50 euro per 1 ml di prodotto! Invece per l’olio essenziale di chiodi di garofano bastano 7 kg di bottone floreale. Il prezzo è ovviamente più contenuto: 10 euro per 10 ml di prodotto.
Pertanto l’ottenimento di un OE puro, chemiotipizzato e di qualità terapeutica è un procedimento particolarmente delicato in quanto questi OE devono rispondere a molti criteri di qualità, come ad esempio:
- certificazione botanica della pianta con specie e sottospecie
- origine geografica
- metodo di coltivazione
- stadio di sviluppo botanico
- organo distillato (o spremuto)
- metodo di estrazione
- totale assenza di eccipienti
- chemiotipo
Ma cos’ è un chemiotipo?
E’ una forma di classificazione botanica-chimica-biologica che definisce le molecole presenti in maggioranza nell’olio essenziale. Quindi una pianta perfettamente definita da un punto di vista botanico può dare origine secondo vari fattori ad oli essenziali totalmente diversi tra di loro. Per esempio oggi siamo a conoscenza che la pianta di Thymus vulgaris (timo) può dare 8 tipologie di OE (timolo,tujanolo,carvacrolo,geraniolo,linalolo,terpineolo,cineolo,paracimene) con effetti e tollerabilità sull’organismo differenti.
Il Rosmarinus officinalis (rosmarino) ne dà 3 con prevalenza di:
- canfora: con azione sulle contratture muscolari
- 1,8 cineolo:con attività espettorante
- Verbenone:cicatrizzante, colagogo e drenante epatico.
L’eucalipto dà oltre 200 tipi di OE. Ecc... Come si può ben capire, senza un criterio di classificazione botanica e definizione chimica(chemiotipo) unito ad una padronanza rigorosa sulle precauzioni d’uso,dosaggio,posologia,controindicazioni e tossicologia degli OE, non è possibile applicare l’aromaterapia, anzi si rischia di fare solo del danno. Ricordiamo che gli OE hanno un indice terapeutico molto basso , sono sostanze molto attive e non hanno le stesse proprietà ed indicazioni della pianta da cui vengono estratte. Gli OE hanno un largo spettro d’azione in diverse terapie, indiscusse sono le proprietà antinfettive degli OE , i quali presentano innumerevoli vantaggi rispetto agli antibiotici. L’impiego consapevole degli OE può risultare in alcuni casi sorprendente, al contrario la loro ingestione o applicazione non controllata può esporre a pesanti conseguenze.
Salvati Alfonso ,Erborista