La depurazione

Il concetto moderno di depurazione consiste nella possibilità di favorire l’eliminazione di tutto ciò che può essere nocivo o inutile per l’organismo, come inquinanti ambientali, metalli pesanti, additivi alimentari, farmaci, metaboliti di origine microbica derivanti da una “battaglia” tra batteri e sistema immunitario, prodotti del metabolismo delle proteine (urea, ammoniaca) ogniqualvolta questo si renda necessario. La detossificazione da sostanze estranee (xenobiotici) è infatti un processo che avviene incessantemente nel nostro organismo ed è responsabile del mantenimento del suo stato di salute. E’ quindi importante favorire il funzionamento ottimale dei sistemi di detossificazione. Ci sono individui che presentano una maggiore abilità a metabolizzare gli xenobiotici rispetto ad altri, dovuta a caratteristiche genetiche diverse.
La depurazione non è quindi legata a periodi particolari dell’anno e non deve essere intesa, come spesso avviene, come la “necessità primaverile” di ripulire l’organismo eliminando, generalmente attraverso una decisa stimolazione della diuresi, sostanze accumulate durante l’inverno. Promuovere soltanto la diuresi in alcuni casi (per esempio quando le sostanze da espellere non sono idrosolubili) potrebbe determinare al contrario una loro concentrazione nel sangue.
L’organismo può eliminare le tossine direttamente utilizzando cellule “spazzine”, i macrofagi (appartenenti alle difese immunitarie aspecifiche), oppure espellere tramite urina e feci e, in misura minore, anche attraverso la pelle e i polmoni. Le sostanze che l’organismo non è in grado di allontanare si accumulano nei tessuti, generalmente a livello delle riserve di grasso e nelle ossa. I reni sono in grado di eliminare solo sostanze idrofile, quelle apolari e lipofile per essere escrete attraverso questa via hanno bisogno di essere prima modificate del fegato.
Il fegato può essere considerato quindi il principale “detossificatore” del nostro organismo.
La depurazione epatica prevede due fasi distinte.
Nella cosiddetta FASE I le tossine lipofile sono trasformate in tossine più polari, attraverso reazioni di idrolisi, ossidazione, riduzione … di cui sono responsabili una famiglia di enzimi che nel loro insieme sono indicati con il nome di Citocromo P 450.
Alcuni fattori favoriscono la Fase I, per esempio la vitamine B1, B2, B3, B6 e C, il Glutatione, il Limone (contenuto in arance e mandarini), molti Flavonoidi e Fisfolipidi. Questa fase di modifica degli xenobiotici prevede un aumento dello stress ossidativo, per cui è importante l’assunzione di antiossidanti.
Segue poi la FASE II in cui i vari enzimi del fegato legano alle tossine modificate nella Fase I piccole molecole. Questa reazione di coniugazione può neutralizzare direttamente la tossina oppure facilitarne l’eliminazione tramite la bile o l’urina. Il Glutatione è la molecola più utilizzata dal fegato per coniugare le tossine, in particolare i metalli pesanti come il mercurio e il piombo. La fase II è favorita dalla presenza di Colina, SAMe, Betaina, Vit. B12, Cisteina e anche da composti solforati (presenti in alimenti come cavoli e broccoli).
E’ molto importante promuovere la fase II per permettere il completamento del laborioso processo di depurazione iniziato dal fegato con le reazioni della fase I,in modo da eliminare definitivamente le sostanze di rifiuto.
Il concetto di depurazione, in assenza di patologie o intossicazioni specifiche, non viene assolutamente preso in considerazione dalla medicina convenzionale. E’invece da sempre affrontato dalla medicina tradizionale.
Dal momento che il fegato è l’organo chiave per quanto riguarda i processi depurativi dell’organismo, un modo per rendere più efficiente l’eliminazione di tossine è quello di promuovere la sua funzionalità.
Le piante che “aiutano” il fegato e che devono essere consigliate caso per caso spesso in abbinamento ad altre sostanze, possono essere distinte in EPATOPROTETTIVE e BILIARI, anche se s entrambe le attività possono essere attribuite in proporzioni variabili alla stessa pianta. Il Carciofo ne è un tipico esempio, in quanto ha una attività epatica, anche se non potente come quella del cardo mariano,ma presenta anche azione coleretica e colagoga.
Le piante epatoprotettive bloccano il passaggio delle sostanze tossiche all’interno degli epatociciti e proteggono il parenchima epatico, aumentano la sintesi proteica e accelerano i processi di rigenerazione del fegato, mantengono a livelli ottimali la concentrazione endocellulare di Glutatione.
Le piante biliari sono coleretiche e colagoghi, aumentano quindi la produzione di bile e la sua escrezione nell’intestino.
Se avete avuto la pazienza di leggere fino qui avrete capito che il concetto di depurazione va ben oltre le mode primaverili proposte dalle tante riviste o da chi si improvvisa esperto, pertanto se vogliamo ottenere dei buoni risultati in termini di benessere non basta bere tisane da banco uguali per tutti e quasi sempre carenti di effettivi principi attivi.